10 novembre 2012

Paura e Delirio a Las Vegas


Paura e Delirio a Las Vegas è uno dei film più psichedelici che possiate mai incontrare in tutta la vostra vita, ed è stata una bella mossa affidarne la regia ad uno che di caos mentale e cinematografico se ne intende. Non per nulla Terry Gilliam è considerato uno dei più poliedrici (nonché sfortunati) artisti di sempre. L’autore riesce infatti a circondare il film con un alone completamente personale, immergendo il tutto nel suo stile ormai consolidato.
Il film inizia subito in maniera dirompente, focalizzando dai primi istanti l’attenzione dello spettatore sui personaggi principali, interpretati da Johnny Depp e Benicio Del Toro che riescono a dimostrare, nel caso ce ne fosse ancora bisogno, di essere dei grandi caratteristi e di riuscire a calarsi perfettamente nei panni di un’altra persona, accettando la linea guida del regista e impersonando al meglio i propri rispettivi ruoli (tra l’altro nell’interpretazione di Depp potete anche notare qualche piccolo cenno di ciò che sarà il futuro Jack Sparrow). I due sono sempre al centro della scena, e vengono aiutati anche da alcuni fantastici comprimari che, tra realtà e immaginazione distorta, riescono a ritagliarsi ognuno il suo piccolo spazio, nonostante l’imponenza dei main characters. Già dall’inizio, quindi, noi cominciamo a conoscere chi ci accompagnerà per tutta la storia, della quale ancora dobbiamo sapere qualcosa, visto che la prima sequenza è stata usata per spiegare chi fossero quei due pazzi drogati, raccontati dalle loro azioni ma, spesso, dalla voce fuori campo di Duke che adora sottolineare i punti intriganti della trama, a volte anche sovrapponendosi alle voci diegetiche della pellicola, evidenziando ancora di più la confusione mentale causata dal cocktail di stupefacenti dei due protagonisti. Non abbiamo, però, solo la voce fuori campo a mettere in evidenza tutto questo, ma anche le musiche e la fotografia fanno giocano le loro carte al meglio, inquadrando un mondo ricco di divertente esasperazione, ma anche e soprattutto di orripilante repulsione. In ultimo dobbiamo necessariamente elogiare il piano di regia, che ci regala sequenze storte con quadri sballati, distorti e confusionari, nel caso i più disattenti non avessero ancora capito quanta pericolosità c’è nel mondo della droga, messa in risalto per l’ennesima volta da una continua tensione ingannevole, a causa della quale sembra sempre che la situazione debba degenerare da un momento all’altro, quando in realtà non succede niente di fortemente sconvolgente.


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