16 dicembre 2012

La Recluta

Ci ha abituato a pellicole sempre più raffinate e ricche di contenuti veramente emozionanti, e forse andare a ripescare alcune vecchie pellicole della sua filmografia non è decisamente positivo. Certo è che chi ama Clint Eastwood vuole recuperare ogni singola pellicola che il regista è riuscito a dirigere, per cui bisogna prepararsi ad opere meno impegnate e più propense ad essere polizieschi da popcorn e birra. La Recluta è qualcosina in più, ma non aspettatevi nulla di eccelso: si annusa certo l'aria di cambiamento, soprattutto se si guarda l'importanza che Eastwood dà al protagonista interpretato da Charlie Sheen, avvolgendo la sua figura tra misteri del passato e blocchi psicologici causati da traumi infantili.
Tuttavia questo non basta perché ci sia il tanto atteso salto di qualità (che arriverà poco dopo): infatti la farcitura generale non è altro che il classico film di sbirri e malviventi, come ce ne sono stati tanti, alcuni dei quali interpretati dallo stesso Clint nelle vesti del poliziotto dalla battuta pronta, ironico, solitario e vendicativo, con un dramma alle spalle e con un personale conto in sospeso da risolvere con il cattivo di turno, proprio come è il suo personaggio in questo film. Non manca la femme fatale, esasperata oltre ogni limite e impersonata da Sonia Braga, antitesi della brava fidanzata dagli attributi d'acciaio nel caso la situazione lo richiedesse interpretata da Lara Flynn Boyle. Per il cattivo viene scelto un convincente Raul Julia, mentre tutto il resto del cast se la cava egregiamente. La componente action del film è distribuita e diretta in maniera molto efficace, granzie anche al montaggio convincente di Joel Cox, che aumenta la qualità del film con il suo ritmo serrato infilato negli inseguimenti e nelle sparatorie. Sottotono o comunque molto classiche sono le musiche di Lennie Niehaus, come lo è anche la fotografia di Jack N. Green; entrambi non riescono a trovare un punto di svolta per poter valorizzare il loro contributo alla storia scritta da Boaz Yakin e Scott Spiegel, amico di vecchia data di Eastwood (ha diretto alcuni dei capitoli della serie cinematografica dedicata al personaggio dell'ispettore Callaghan, oltre a qualche western in cui Clint figura come protagonista). In sostanza il lavoro è ben svolto, e si percepisce che qualcosa nella filmografia dell'autore sta cambiando, ma è ancora troppo presto per la sostanziale svolta, e il tutto risulta niente più che un compitino assegnato dalla Warner Bros. e svolto nel migliore dei modi, aggiungendo ben poco a ciò che il genere poliziesco ci ha finora offerto. Un film tutto sommato trascurabile, se non siete fan accaniti della figura di Clint Eastwood e, soprattutto, se cercate qualcosa di interessante a livello di scrittura e di tematiche affrontate, ma comunque un buonissimo film d'azione, dalla regia e dal ritmo ben orchestrati, nel caso il vostro obiettivo sia una piacevole serata passata all'insegna di un blockbuster d'annata, ben diretto e ricco di proiettili, esplosioni, cazzotti e tutto quello che vi aspettate che ci sia all'interno di un film poliziesco. A voi la scelta.


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