17 gennaio 2013

The Raven


Rivangare il passato è ormai un metodo utilizzato quotidianamente nel mondo del cinema, soprattutto quando si cercano “nuove” idee per presentare al pubblico storie diverse. A volte si prende spunto da vecchie pellicole, altre volte dalla letteratura. Ma se prendiamo una icona letteraria come Edgar Allan Poe (grazie al quale è nato il genere horror sui libri), ecco che tutto ciò che c’era da raccontare è già stato fatto. Come fare, dunque, a rendere ancora una volta i racconti dell’arabesco (e tutta la bibliografia dell’autore) nuovi ed originali? Ecco che spunta una sceneggiatura di Ben Livingston ed Hannah Shakespeare che, in maniera scrupolosa e quasi maniacale, cercano di trovare il modo di reinventare e rinnovare un innovatore, ma a volte i film bisogna prenderli per quello che sono. Questa pellicola di James McTeigue (molti lo ricorderanno per la regia di V per Vendetta) risulta spesso delicata e timorosa, più incentrata sul lato commerciale che su quello dei rimandi alla letteratura e dei toni grotteschi.
La sfortuna è che hanno voluto prendere spunto da un maestro dell’orrido come Edgar Allan Poe, per cui qualunque eventuale paragone farebbe risultare questo film come perdente in partenza. Poe è un autore (ma anche un personaggio) inarrivabile, e i continui occhi a palla di John Cusack aiutano il protagonista a simpatizzare con il pubblico, quando invece dovrebbe essere il contrario, visto l’antieroe quale è. Tuttavia i tentativi di collegarsi ai toni di Poe ci sono e, battute commerciali a parte, il film risulta molto godibile, arricchito qua e là da alcune interessanti sottigliezze da cogliere (una anche nel duello speculare e verbale tra Poe e la sua nemesi). Molto interessante il montaggio serrato di Niven Howie e le scene d’azione in generale, che rendono il tutto completamente godibile e pieno di brio. Questo anche grazie ad un ritmo ben studiato che alterna momenti di riflessione con sequenze di tensione e azione, condendo il tutto con un pizzico di romanticismo che non guasta mai. Qua e là ci sono dei leggeri scricchiolamenti che non fanno sollevare la pellicola all’ottimo che si sarebbe potuta permettere visto il materiale che recupera, ma le scenografie suggestive e ricche di elementi alla Poe ad opera di Roger Ford rendono il tutto molto intrigante. L’errore di molti è quello di paragonare The Raven ai romanzi dell’autore, il che sarebbe un po’ come paragonare il Pinocchio della Disney con il libro di Collodi. Insomma, sono due prodotti assolutamente diversi, l’uno moderno, gli altri ottocenteschi, destinati cioè ad un pubblico completamente differente. E, se Poe ha inventato un genere, McTeigue gli ha reso omaggio nella maniera a lui più consona, offrendogli un film pieno di nebbia, mistero e corvi. Certo è che si sarebbe potuto spingere di più l’acceleratore per quanto riguarda l’orrido, il sangue e la violenza (alcuni racconti riuscirebbero ancora a non farvi dormire, credeteci), ma tant’è. Se questo film servirà come traino dei più giovani verso la letteratura ottocentesca di uno dei più grandi e controversi autori di tutti i tempi, allora avrà raggiunto il suo scopo. Perché se cercate in The Raven qualcosa di innovativo, originale e particolarmente dark non lo troverete, ma potete essere sicuri di trovare un 1849 nascosto da una natura insidiosa, narrato da fogne umide e buie e interpretato da personaggi insidiosi.


Nessun commento:

Posta un commento