5 novembre 2013

La Vita di Adele

Sembra incredibile uscire dalla sala cinematografica e ascoltare commenti di persone che hanno visto il tuo stesso film e non sono rimaste soddisfatte dalla visione. Incredibile, sì, perché La vita di Adele è un film pregno di emozioni narrate da una cinepresa opprimente e mai delicata, grazie alla quale Abdellatif Kechiche riesce a raccontare i suoi personaggi in maniera realistica e naturale, senza tralasciare nessun particolare. Il regista (e sceneggiatore, che riadatta assieme a Ghalia Lacroix i primi due capitoli della graphic novel Il blu è un colore caldo scritta da Julie Maroh) riesce ad immedesimarsi perfettamente in Adele, la sua giovane protagonista avida di vita e desiderosa di scoprirsi e di capire chi è. Assaporerà ogni cosa le capiterà a tiro e lo farà letteralmente, con la sua bocca sempre pronta a divorare e gustare tutto, dai cibi più particolari (le ostriche che tanto odiava all'inizio del film) fino alla carne di qualcun altro, in particolare Emma, interessante ragazza dai capelli blu che fa scoprire alla protagonista il suo lato omosessuale.
Dal momento del loro primo casuale incontro il blu sarà un colore ridondante all'interno delle inquadrature di Kechiche: non c'è quasi mai una sequenza priva di un qualsiasi oggetto di colore blu (gli elastici per capelli di una bambina in primo piano, le mura di scuola, le lavagnette dei bambini, le penne dei compagni di classe, persino il taglio di luce sul volto di una solitaria Adele Excarchopoulos nascosta nel buio diventa blu a contatto con la sua pelle), in modo da riportare sempre il pensiero dello spettatore ad Emma, la catarsi che trasforma per sempre la vita dell'adolescente Adele e che la trascinerà in un vortice di passione e cambiamenti che la porteranno ad un tragico ciclo di eventi e di scelte giuste o sbagliate. Kechiche lascia che la psicologia fragile e insicura di Adele sia la vera regista del film, riempiendo le inquadrature con tutto ciò che incuriosisce e attira la ragazza, dalla pasta alla bolognese cucinata da suo padre al già citato colore blu. Complimenti meritatissimi inoltre alla recitazione della Excarchopoulos, che racchiude nei suoi occhi una intensa interpretazione, la quale ci offre uno sguardo sempre in movimento, impossibile da fermare, che non riesce a trovare un punto fermo da fissare e sul quale poi trovarsi e rispecchiarsi finché non incrocia lo sguardo di Emma, di colei che la farà maturare e crescere, che riuscirà a placare il suo inarrestabile sguardo e a farle chiudere finalmente i suoi occhi durante il loro intenso, passionale, erotico e irrefrenabile primo rapporto sessuale. Un film meraviglioso e pieno di emozioni, che raggiunge il suo culmine citando un altra sensazionale storia d'amore, quella di Titanic, dove Emma dipinge una Adele nuda e distesa su un divano proprio come faceva Jack con la sua Rose, a sottolineare che La vita di Adele non è una storia d'amore saffico, ma semplicemente una storia d'amore.


Nessun commento:

Posta un commento