11 dicembre 2013

R.I.P.D. - Poliziotti dall'Aldilà

Non c'è limite al peggio, soprattutto se per peggio si intende una commedia che non fa ridere o un horror che non fa paura. In questo caso il peggio è un film incentrato sulla CGI, la quale risulta forse la più terrificante computer grafica del'anno. R.I.P.D. - Poliziotti dall'aldilà rimescola la classica formula in pieno stile Men in Black (entrambi i titoli citati sono tratti da fumetti) e mette i demoni al posto degli alieni. Ecco che abbiamo una coppia di terribili macchiette comiche impersonate da Jeff Bridges e dall'inespressivo Ryan Reynolds che si fanno strada tra defunti di ogni sorta nel disperato tentativo di salvare (ancora) il mondo. Peccato che il personaggio di Bridges non abbia il carisma del K di Tommy Lee Jones, tanto che al terzo minuto dalla sua comparsa in scena inizia ad essere più detestabile del protagonista, il classico bravo ragazzo incastrato da quelli più cattivi di lui (in questo caso Kevin Bacon; riuscirete mai a indovinare quale parte gli è stata affidata? Quella del cattivo, ovvio) e destinato a salvare il mondo.
Ma per non dilungarci troppo facendo inutili paragoni con una saga ben più riuscita, limitiamoci ad analizzare questo prodotto diretto in maniera raffazzonata da un anonimo Robert Schwentke, che non ha voglia di decidere che cosa inquadrare e lascia che sia qualcun altro a scegliere per lui, confondendo punti di vista (eterei e umani) e mescolando in maniera troppo confusionaria le carte in tavola. Così abbiamo questi due svogliatissimi poliziotti/cacciatori di demoni che in maniera altrettanto svogliata vanno in giro a catturare un paio di dannati e che molto svogliatamente distruggono mezza città nel tentativo di evitare che tutto il mondo scopra dell'esistenza dell'aldilà, un'oltretomba rappresentata da mostri fatti di plastica digitale e decisamente troppo irreali o, per riassumere tutto in una sola parola, finti. Kevin Bacon che si trasforma in quella spiacevole creatura perde tutto il suo (poco) carisma da villain, se poi pensiamo che è circondato da una decina di demoni a cui, parlando sempre di (im)potenza visiva, è stato prescritto il medesimo destino del cattivo principale, la cosa si fa ancora più tragica. Insomma, il tutto ruota attorno ad un mondo dentro un mondo, uno dei quali non sa nulla dell'altro e deve continuare a non saperne nulla, nonostante essi si contamino continuamente durante lo svolgimento della storia scritta da Phil Hay e Matt Manfredi. Quattro mani, dunque, per stendere uno script debolissimo (senza contare i soggettisti e l'ideatore del comic book) che ripropone la solita romantica storia d'amore dall'inizio tragico e dal finale un po' amaro (sempre troppo poco), con personaggi stereotipati e talmente ridicoli da far dimenticare al pubblico che c'è gente come Jeff Bridges all'interno di questo cast e con momenti orchestrati nel peggiore dei modi. Un ultimo pensiero va a quei 130 milioni di dollari spesi per realizzare tutta questa accozzaglia di luoghi comuni sul cinema fantastico ambientato ai giorni nostri: mostri brutti, cast sprecato, comparto tecnico detestabile e, soprattutto, una regia che firma la pellicola quasi controvoglia, giusto perché in casa Schwentke c'è una pila di bollette da pagare. Uno dei film più inutili del 2013.


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